Mercoledì, 02 Settembre 2015 14:45

A Venezia 72 la copia restaurata de La Lupa

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Grazie alla collaborazione tra Cineteca nazionale, Lucana film Commission, Sensi contemporanei-Cinema e Apt Basilicata la versione restaurata de “La Lupa” di Alberto Lattuada approda alla Mostra internazionale del cinema nella prestigiosa sezione “Venezia classici” e sarà proiettata in Sala Volpi il 7 settembre alle ore 17 e giorno 8 alle ore 11.
 
 
“Abbiamo aderito subito al progetto -dichiara Paride Leporace direttore della Lucana Film Commission- quasi un obbligo per noi, considerato che il film di Lattuada nel 1952 è stato il primo film di finzione ad essere girato nei sassi di Matera quando erano ancora abitati da numerosi residenti chiamati  in gran numero a recitare il ruolo di comparse mettendo in scena la loro veristica povertà. Fu l’inizio dell'intensa storia cinematografica della Basilicata che ben si lega ai temi della candidatura che vedono Matera capitale europea della cultura 2019 e che fa del cineturismo uno dei suoi asset trainanti”  
 
 
Il film è una trasposizione dell’omonima novella di Giovanni Verga che trasferisce l’azione in tempi moderni dalla Sicilia a Matera offrendo al regista “una scenografia di indiscutibile risalto” come ebbe a scrivere in una sua recensione l’autorevole rivista “Cinema nuovo”.
 
 
Distribuito dalla Paramount, sceneggiato da Alberto Moravia che risiedendo a Matera ebbe l’intuizione di sostituire i contadini verghiani con le lavoratrici della fabbrica di tabacco, il film si avvale dell’interpretazione della sensuale attrice algerina Kerima che circondata da Ettore Manni, Giovanna Ralli e May Britt, con il suo splendido corpo segna una pellicola straordinaria. Le grotte, gli antri e le vedute dei sassi sono magnificamente illuminate dal direttore della fotografia Aldo Tonti che valorizzò molto le potenzialità espressive e figurative di Matera con la sua particolare tipologia urbana. 
 
 
Film premiato all’epoca del pubblico italiano, “La Lupa” è stato scelto dal Leone d’oro alla carriera 2015 Bernard Tavernier come suo titolo del cuore nella selezione di film rari, dimenticati o sottovalutati per la sezione Venezia Classici. Del resto la pellicola girata a Matera è sempre stata amata dalla critica francese che all'epoca riconobbe a Lattuada  il titolo di “Uno dei più sinceri difensori del film erotico-sociale”.
 
“La lupa – come dichiara Emiliano Morreale, Conservatore della Cineteca Nazionale – è un grande mélo torbido e sensuale, il cui fascino è stato apprezzato più all'estero che in Italia”

“Dopo Senza pietà nel 2014, Venezia Classici continua a riscoprire Alberto Lattuada, un regista che si impone per il suo stile originale e i suoi inventivi adattamenti tratti da opere letterarie- ha dichiarato il direttore della 72 Mostra d’Arte  Alberto Barbera- È questo il caso de La lupa, tratto dalla celebre novella di Verga, restaurato per la carte bianche affidata a Bertrand Tavernier, Leone d’Oro alla carriera 2015 e Presidente del Festival Lumière di Lyon dedicato al cinema del passato. Tra i tanti capolavori degli anni Cinquanta influenzati direttamente dal Neorealismo si impone questo gioiello che unisce la cura della messa in scena e della recitazione con l’attenzione per la realtà con due scelte geniali: lo spostamento della trama dall’Ottocento al tormentato dopoguerra e il cambiamento del set dalla quasi obbligata Sicilia a Matera, proprio nel momento in cui il caso dei “sassi” era un problema politico nazionale”
 
Dopo le proiezioni veneziane il film sarà proiettato a Matera ed è in cantiere il progetto di recuperare le numerose foto di scena scattate da Federico Patellani per potere allestire una mostra tematica sul primo capolavoro cinematografico girato nella città dei Sassi.  
 
 
 
 
La trama:In un piccolo paese vive una donna di circa quarant'anni, ma ancora piacente, che per la sua condotta immorale é chiamata la "lupa". Costei, che é guardata con cupidigia dagli uomini, ottiene, con la sua seduzione, che sua figlia Maricchia, una brava e modesta ragazza, sia scelta per raffigurare Sant'Agata, la patrona del paese, nell'annuale processione. Per la festa scende in paese, dal vicino forte, il soldato Nanni Lasca, che vede la Lupa, se ne invaghisce e ne diventa l'amante. Più tardi Nanni conosce Maricchia, che desta nel suo cuore un tenero pentimento: quando scopre che Maricchia è la figlia della sua amante, decide di lasciare la Lupa e propone a Maricchia il matrimonio. La fanciulla, che ha qualche sospetto circa i rapporti tra la madre e Nanni, esita; ma la madre la spinge ad accettare, nella speranza di ripigliarsi l'amante. La sua speranza non va delusa, ma quando Maricchia, sposatasi, ha un bambino, essa scaccia di casa la madre. La Lupa si rifugia presso il proprietario della manifattura dei tabacchi e di là compie le sue vendette; ma quando tenta di far allontanare Maricchia dal marito, la figlia si ribella e a lei s'uniscono nella ribellione le donne del paese. Inseguita, la Lupa si chiude nel magazzino dei tabacchi, al quale dà fuoco, morendo tra le fiamme.

 
 
Titolo originale: La Lupa

Paese di produzione: Italia

Anno: 1953

Durata: 93 min

Colore: b/n

Audio: sonoro

Genere: drammatico

Regia: Alberto Lattuada

Soggetto: Giovanni Verga (novella)

Sceneggiatura: Ennio De Concini, Alberto Lattuada, Alberto Moravia, Ivo Perilli

Produttore: Dino De Laurentiis e Carlo Ponti

Produttore esecutivo: Bianca Lattuada (direttore di produzione)

Fotografia: Aldo Tonti

Montaggio: Leo Catozzo

Musiche: Felice Lattuada, diretta da Franco Ferrara

Scenografia: Carlo Egidi

Costumi: Dario Cecchi

Interpreti e personaggi
Kerima: "la lupa"
Ettore Manni: Nanni Lasca
May Britt: Maria Maricchia
Ignazio Balsamo: Don Antonio Malerba
Mario Passante: Imbornone
Giovanna Ralli: Agnese
Salvo Libassi: Raffaele
Anna Arena: Giovanna Vasilio
Maurizio Arena:
Maresa Gallo: ragazzina
Fanny Landini: Serva di Don Pietro
Paolo Ferrara: Maresciallo carabinieri